Sì, i mondi virtuali possono promuovere l’autenticità nel genere televisivo senza copione
Per molte persone, la “reality television” sembra tutt’altro che reale. Gli esperimenti sociali sovraprodotti e fabbricati sembrano non autentici. Ironia della sorte, avere mondi artificiali interamente digitali ha il potere di suscitare reazioni emotive e onestà più autentiche di una casa di compensato.
Per rivendicare la parte “realtà” della reality TV, i produttori devono consentire attivamente ai partecipanti di essere i loro sé più autentici. Una serie di nuovi spettacoli stanno portando avanti formati che elevano l’importanza del carattere e dell’abilità al di sopra di variabili confondenti come l’aspetto fisico. Sia “Love Is Blind” di Netflix che “The Voice” della NBC hanno esplorato come liberare le persone dai pregiudizi esterni, ma questo approccio deve ancora essere spinto al massimo delle sue potenzialità.
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Mondi artificiali, persone reali
Per elevare questa premessa di completa autenticità al suo massimo potenziale, è imperativo rimuovere tutti gli ostacoli che le persone possono incontrare dal mondo reale.
Entra in HyperReality, dove la realtà virtuale e le tecnologie di gioco vengono utilizzate nella produzione televisiva. In questa nuova ondata televisiva, i cast delle serie sono invece immersi in mondi del tutto artificiali.
In “Alter Ego”, i cantanti gareggiavano dietro gli avatar. (Volpe)
Creare un universo significa che i produttori hanno una tabula rasa con infinite possibilità e hanno il controllo completo sulla formazione di una serie. In HyperReality, non c’è limite ai modi in cui le relazioni, le sfide e le identità possono essere esplorate. Anche se può sembrare controintuitivo ricorrere al falso per far emergere il “reale” nelle persone, molte ricerche suggeriscono che l’anonimato può far emergere tratti della personalità, sia positivi che negativi, che normalmente non sarebbero esibiti nelle interazioni della vita reale.
Gli avatar digitali, creati su misura per esprimere la vera essenza di un partecipante e importati nell’universo dello spettacolo con la tecnologia di acquisizione del movimento in tempo reale, prendono l’approccio degli elementi di anonimato dello spettacolo precedente e alzano il quadrante al massimo. Questo nuovo livello consente inoltre a showrunner e produttori di rimuovere le barriere e i preconcetti formulati dal mondo reale. Liberati da questi vincoli, nel bene e nel male, i partecipanti hanno il potere di essere i loro sé più vulnerabili e più veri.
Portare avanti il genere
Produrre una serie che si svolge nel mondo virtuale e utilizza avatar digitali può sembrare un lontano salto nel futuro, tuttavia alcuni spettacoli tradizionali come “The Masked Singer” stanno già utilizzando trucchi e strumenti artificiali per mascherare la realtà. Le metodologie di produzione virtuale hanno già raggiunto il palcoscenico principale nel cinema e nella TV drammatica, con volumi di LED che spuntano in tutto il mondo. Il passaggio logico successivo è il contenuto senza script.
Mais nell’episodio “Andrew Lloyd Webber Night” di “The Masked Singer”. (Michael Becker/Fox).
Possiamo esplorare questo concetto esaminando il sottogenere senza copione degli spettacoli di appuntamenti. Piuttosto che il classico picnic sulla spiaggia, cosa accadrebbe se i potenziali partner venissero invece trasportati su un sottomarino nelle profondità dell’oceano? Piuttosto che i classici rompighiaccio, ne testano la compatibilità combattendo un certo numero di mostri degli abissi in una corsa di ritorno in superficie.
Mettere i concorrenti in un ambiente sconosciuto come questo, non essendosi mai incontrati prima, aggiunge una posta in gioco sia per i partecipanti che per gli spettatori. Una volta eliminata la vanità dell’attrazione fisica, sopravvivere a uno stress test come questo susciterà una vera storia d’amore o spegnerà una storia d’amore prima che i due si siano incontrati di persona?
Ciò può essere ottenuto attraverso tecniche di produzione virtuale come il motion capture, l’aggiunta di ambienti simulati ed effetti visivi in tempo reale, che consentono transizioni senza interruzioni tra sfide e mondi.
Alla fine, ci saranno sempre aspetti della reality TV che sono, in qualche modo, facilitati. Produttori e studios selezionano i loro cast e le loro premesse. Ma attraverso queste tecnologie, c’è un’opportunità emergente per andare oltre gli interventi e gli archi narrativi di post-produzione che possono invece amplificare l’esperienza umana e mostrare emozioni grezze. L’iperrealtà è, in sostanza, creare le circostanze più irreali immaginabili, ma è attraverso queste condizioni che scopriamo chi siamo veramente.